trio
Ho visto lei che.. Pt 2
di JackieB
15.08.2023 |
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"Jackie aumentava la frequenza dei movimenti della sua lingua, io davo ancora più intensità ai miei colpi..."
Il bacio, prima tra Jackie e P. e poi tra P. e me aveva surriscaldato in modo esagerato l'ambiente. Era inaspettato, uno di quei brividi improvvisi che ti attraversano la schiena e arrivano dritti in mezzo alle gambe. Le mutandine di Jackie erano di sicuro già fradicie, pensai. Le capita spesso, quando si eccita, di bagnarsi copiosamente. Quel nettare è la mia bevanda preferita per ogni stagione, specie d'estate, quando la pelle sa di salsedine e la lingua, nel suo percorso frenetico lungo tutto il corpo si riempie di sapori intensi, prima di arrivare ad assaporare i suoi umori, vero elisir di lunga vita.Quello scambio di ormoni e di saliva fu solo l'inizio. Lo stabilimento balneare disponeva di un ampio parcheggio tra le dune, illuminato solo dalla luce della luna e dai fari delle auto che cercano sosta. Ci guardammo, e senza bisogno di aggiungere altro, arrivammo verso la macchina, pronti a cercare riparo o nel nostro B&B o in qualche anfratto che la costa regala, grazie all'azione del mare che erode la roccia.
"No. Facciamolo qui, facciamolo ora". Mentre io e Jackie riflettevamo su dove andare, P. si era tolta il top e sfilata gli shorts. Rimanemmo senza parole, il suo seno sodo era totalmente abbronzato, segno che il bikini trovava poco spazio nel suo armadio, lasciando solo il piercing metallico come unico ostacolo tra la sua pelle olivastra e i raggi solari. Il perizoma celava solo in parte le sue labbra dividendo in due il suo culetto perfetto. Jackie era intontita, come raramente l'avevo vista. La fantasia di cui spesso mi parlava, anche con una certa timidezza stava per esaudirsi. Decisi di porre fine alla sofferenza della stoffa del suo vestitino, in difficoltà per via della brezza e dell'eccitazione che avevano reso i suoi capezzoli un'arma contundente. La spogliai in un attimo, tolto il vestitino i suoi seni gonfi e grandi, rimasero finalmente liberi, mentre le mutandine erano più bagnata della sabbia lungo la riva.
P. alla vista di tanta bellezza (la nostra foto profilo ne è testimone) non riuscì a rimanere ferma. Le si fiondò addosso e inizio a baciarle e succhiarle il seno, mentre io, tolsi i pantaloncini di lino e le mutande, firmando un armistizio tra me e il mio cazzo, che oramai, dal bacio, chiedeva la sua dose di piacere. Presi Jackie, mani sui fianchi e iniziai penetrarla, di spalle, mentre P. continuava l'alacre lavoro sui capezzoli e sul seno. I sospiri di piacere di Jackie erano intervallati dal rumore della lingua di P. che si impadroniva della sua bocca, e in quei momenti di finta tregua le sue mani stringevano il seno della mia donna, con forza. La figa di Jackie era una cascata, facendo concorrenza alle onde che a pochi metri battevano con vigore sulla riva.
A un certo punto Jackie si spostò in avanti, facendo uscire il mio cazzo dal paradiso terrestre. "Ecco, forse si è pentita" pensai. Nemmeno il tempo di aprire bocca, che Jackie mise le mani sui fianchi di P., la strinse con fermezza e la girò, con le spalle in direzione del mio cazzo. "Ora tocca a lei", mi disse sorridendo. La sorpresa nel mio sguardo lasciò subito spazio alla voglia di P.: le strappai le mutandine e iniziai a penetrarla con forza. Le sue labbra, grandi, in contrapposizione al suo corpo minuto, lisce, bramavano il mio cazzo. I primi colpi furono intensissimi, Jackie, dapprima mi fissava, toccandosi la figa che, non paga del godimento precedente, continuava a chiedere soddisfazione, stavolta alle sue dita, poi si dedicò a P. facendo la conoscenza metallica delle tette, perfette, che si impadronirono della sua bocca, quasi a soffocarla.
P. non era una che si poneva limiti, non aveva nulla da nascondere, nulla di cui vergognarsi. Se Jackie sospirava, soffocando in parte il suo piacere, P. lo cacciava tutto fuori, attraverso la sua voce. Le sue urla di godimento erano benzina sul fuoco che stava divampando tra la sabbia. Jackie aumentava la frequenza dei movimenti della sua lingua, io davo ancora più intensità ai miei colpi. Il tempo passava, e con il tempo anche il rischio che finita la serata qualcuno potesse passare, ammirando quella scena da vicino. La cosa non solo non ci spaventava ma ci eccitava ancora di più..
E proprio quando pensavo che le sorprese fossero finite, Jackie e P. si guardarono facendosi un cenno. Non capii subito quali fossero le loro intenzioni, so solo che in un attimo me le trovai fianco a fianco, di spalle, piegate in avanti.
Quel "adesso nel culetto" fu una delle frasi più belle di quella estate e forse della mia vita..
CONTINUA..
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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